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La sicurezza sul lavoro non è un costo

 

La sicurezza sul lavoro non è un costo.

La drammatica morte di Luana D’Orazio ha fatto parlare e scrivere molto, anche a livello nazionale.

La giovane, 23 anni, è rimasta intrappolata negli ingranaggi del macchinario a cui era adibita in una fabbrica tessile di Montemurlo (Po).

Una morte orribile e assurda, inaccettabile. Su quel macchinario, in teoria, doveva essere in funzione un dispositivo di protezione.

Per qualche giorno abbiamo visto al centro del dibattito pubblico le morti bianche, la prevenzione e la sicurezza sul lavoro. Eppure c’è il rischio  di dimenticarsi del problema e che incidenti e infortuni continuino come prima.

Nel periodo della pandemia il tema della sicurezza sul lavoro è stato declinato soprattutto rispetto alle infezioni e ai decessi del personale sanitario. Ma è bene ricordare che le morti sul lavoro colpiscono in maniera trasversale le classi d’età, i generi e i settori produttivi.

Nei primi tre mesi del 2021 le morti denunciate sono state 185, in aumento dell’11,4% rispetto al primo semestre 2020, mentre nel 2020 per INAIL i decessi sul luogo di lavoro sono stati 1.270, in aumento del 16% rispetto al 2019.

Numeri diversi sono forniti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro , che monitora anche categorie non assicurate – e quindi non conteggiate – dall’INAIL. Secondo l’Osservatorio, “574 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro nel 2020, 1172 complessivi con i morti sulle strade e in itinere. Altri 525 morti per infortunio da coronavirus: 276 i medici morti nel 2020, 74 gli infermieri e innumerevoli altri lavoratori di tante categorie.

È sempre l’agricoltura, con oltre il 30%, ad avere più morti sui luoghi di lavoro. Segue l’edilizia, l’autotrasporto e l’industria. Rispetto al 2019 registriamo per il fermo provocato dal lockdown un calo dei morti del 18%, ma superiamo i 1600 complessivi se si aggiungono i morti sulle strade e causati per infortuni da coronavirus”. Agricoltura ed edilizia sono i settori dove da sempre si registra il maggior numero di decessi,  eventi spesso evitabili se si rispettassero le leggi e i regolamenti su sicurezza e salute.

Troppo spesso invece le aziende non garantiscono, principalmente per motivi di costo, la formazione e i dispositivi necessari per la tutela dei propri dipendenti.

Ci sono anche fattori strutturali che influiscono su questo fenomeno: Precarizzazione, deregolamentazione del mercato del lavoro e l’elevata quota di  lavoratori in nero incidono negativamente sulle tutele e le garanzie che i lavoratori possono richiedere.

Il numero insufficiente di personale ispettivo che vigila sul rispetto delle condizioni di lavoro. Insomma, la sicurezza sul lavoro è una questione molto complessa, che richiede la massima attenzione e cura, sempre.

Occorre ripeterlo fino allo sfinimento: la sicurezza sul lavoro non è un costo.