17 Mag La sicurezza sul lavoro non è un costo
La sicurezza sul lavoro non è un costo.
La drammatica morte di Luana D’Orazio ha fatto parlare e scrivere molto, anche a livello nazionale.
La giovane, 23 anni, è rimasta intrappolata negli ingranaggi del macchinario a cui era adibita in una fabbrica tessile di Montemurlo (Po).
Una morte orribile e assurda, inaccettabile. Su quel macchinario, in teoria, doveva essere in funzione un dispositivo di protezione.
Per qualche giorno abbiamo visto al centro del dibattito pubblico le morti bianche, la prevenzione e la sicurezza sul lavoro. Eppure c’è il rischio di dimenticarsi del problema e che incidenti e infortuni continuino come prima.
Nel periodo della pandemia il tema della sicurezza sul lavoro è stato declinato soprattutto rispetto alle infezioni e ai decessi del personale sanitario. Ma è bene ricordare che le morti sul lavoro colpiscono in maniera trasversale le classi d’età, i generi e i settori produttivi.
Nei primi tre mesi del 2021 le morti denunciate sono state 185, in aumento dell’11,4% rispetto al primo semestre 2020, mentre nel 2020 per INAIL i decessi sul luogo di lavoro sono stati 1.270, in aumento del 16% rispetto al 2019.
Numeri diversi sono forniti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro , che monitora anche categorie non assicurate – e quindi non conteggiate – dall’INAIL. Secondo l’Osservatorio, “574 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro nel 2020, 1172 complessivi con i morti sulle strade e in itinere. Altri 525 morti per infortunio da coronavirus: 276 i medici morti nel 2020, 74 gli infermieri e innumerevoli altri lavoratori di tante categorie.
È sempre l’agricoltura, con oltre il 30%, ad avere più morti sui luoghi di lavoro. Segue l’edilizia, l’autotrasporto e l’industria. Rispetto al 2019 registriamo per il fermo provocato dal lockdown un calo dei morti del 18%, ma superiamo i 1600 complessivi se si aggiungono i morti sulle strade e causati per infortuni da coronavirus”. Agricoltura ed edilizia sono i settori dove da sempre si registra il maggior numero di decessi, eventi spesso evitabili se si rispettassero le leggi e i regolamenti su sicurezza e salute.
Troppo spesso invece le aziende non garantiscono, principalmente per motivi di costo, la formazione e i dispositivi necessari per la tutela dei propri dipendenti.
Ci sono anche fattori strutturali che influiscono su questo fenomeno: Precarizzazione, deregolamentazione del mercato del lavoro e l’elevata quota di lavoratori in nero incidono negativamente sulle tutele e le garanzie che i lavoratori possono richiedere.
Il numero insufficiente di personale ispettivo che vigila sul rispetto delle condizioni di lavoro. Insomma, la sicurezza sul lavoro è una questione molto complessa, che richiede la massima attenzione e cura, sempre.
Occorre ripeterlo fino allo sfinimento: la sicurezza sul lavoro non è un costo.